domenica 22 novembre 2009

Prima uscita con la S.C. Twiga!

Era una settimana che aspettavo questo momento; da quando cioè quelli della squadra corse di Area Bici mi hanno minac sono riusciti a convincermi a buttare via i giocatt comprare una bicicletta da corsa e smettere di fare il cret uscire con loro.

Ora che questo mostro é entrato a far parte della mia "scuderia" nuovi orizzonti si rivelano ai miei offuscati sensi. Non più "giretti" in città, un po' di sterrato e/o al massimo qualche chilometro di asfalto ma bensì le strade extraurbane, le trasferte in provincia, i passi di montagna, l'Himalaya!!!

No vabbé però la bici da corsa é tutt'altra cosa rispetto alla fissa banalmente perché ti offre la possibilità di smettere di preoccuparti per i chilometri da percorrere e per gli sviluppi e i dislivelli lungo il percorso.

Ovviamente per poter rimanere in sella il più a lungo possibile (e quindi sfruttare la bdc), bisogna in primis avere fiato, cuore, gambe e poi un minimo di attrezzatura, soprattutto contro il freddo e le intemperie che in questo periodo dell'anno sono sempre in aguato.

Dunque eccomi "bardato" con nell'ordine:

-Maglietta "della salute" in materiale traspirante
- Microfelpa traspirante e antivento
- Giacchetta anch'essa traspirante, antivento, antifreddo, impermeabile
-Bracalon pantalone da ciclista in windstopper, impermeabile, traspirante
- Scarpine da bicicletta con sotto la tacchetta per i pedali.
- Ovviamente casco, guanti e all'occorrenza fascia paraorecchie e fascia da mettere intorno al collo per quando gli spifferi sono più cattivi.

Ordunque stamane ore 8.30 sveglia, estirpazione dal letto, sguardo torbido fuori dalla finestra: Nebbia... ma devo proprio uscire?
Risposta: Si! Ieri sono rimastro d'accordo con il Dinamico Duo ore 9.25 davanti al cancello.
Ok...
Bagno,doccia,faccia,denti.
Procedo alla vestizione, i figli mi guardano fare con mal(issimo)celata ilarità. La moglie fa finta di niente come con gli stupidi e i matti.
Mi guardo allo specchio e mi viene da pensare che questo abbigliamento così tecnico e minimale deve essere terribilmente efficace perché non si può riuscire a sembrare in un colpo solo così ridicoli e brutti senza un motivo più che valido....
Esco con la fissa che tanto poi depositerò nel box di Mauro per prendere il "mostro". Confesso che non vedo l'ora di salirci sopra per sentire che cosa sa fare davvero. Finora l'ho usata tre o quattro volte solo per le regolazioni del caso ma lei e io non ci siamo ancora davvero "presi le misure".
Esco con la fissa dunque e incontro un po' di goccette. Sarà la nebbia mi dico.
Ore 9.30 sono davanti al cancello. Mi aspetto di vedere i nuovi guerrieri dell'asfalto in assetto da combattimento e invece...

Emerge da sotto un porticato l'Alessandro con quella sua ironica somiglianza a Duke Ellington però bianco, vestito casual, jeans, scarpe da pioggia, giubbottino blu e l'immancabile sigaretta.
Subito dopo ecco comparire l'altra metà del Dinamico Duo: Il Mauro, anch'egli in perfetta tenuta da bar con pantalone Adidas e giacchino marca "Vespa".

Io che son vestito da supereroe gay li guardo entrambi e loro cogliendo la muta domanda mi rispondono tranquilli che stanno andando a prendere il caffé.

Non fraintendetemi non sono loro ad avere torto. Basta guardare il cielo per capire ma io sono un neofita e non possiedo l'occhio del "routard" fatto e finito che scruta una nuvola e ti dice che tempo farà di lì ad una settimana...

Infatti l'Alessandro con il suo solito sorriso a metà tra l'affabile e la presa per il c**o mi fa che "non si va a correre con un tempo così", il Mauro dal canto suo che é più paterno con i nuovi arrivati mi consola spiegando che se gli avessi dato il mio numero mi avrebbe avvertito per tempo.

Loro dicevo son tranquilli. Tanto se non é oggi é domani che si macineranno i loro duecento chilometri a trenta di media "per scaricare". Io che invece sono nel limbo tra esaltazione e strizza da giorni non posso tornare a casa ora. Mi par già di vedere mia moglie che con tono indecifrabile mi chiede "Già qui?".

Prendo possesso del "mostro" e vado. "Si non preoccupatevi capisco". "Si esco da solo, no nessun problema". "Si lo vedo che piove ma sono abituato a pedalare quando piove".

Mi allontano mentre due sguardi perplessi mi studiano e due teste vengono scuotute mestamente.

Mentre mi avvio verso il ponte della Conca Fallata penso a quanto la mia vita sia cambiata da quel giorno di fine Primavera in cui portando a far riparare la ruota della bici di mio figlio ho conosciuto il Maestro...poi mi viene in mente che io sono qui sotto il diluvio incipiente a pedalare e lui invece probabilmente é ancora sotto il piumone a ronfare il por il...beato lui.

Quando arrivo sulla ciclabile del Naviglio non piove ancora ma le goccette a mezz'aria di poco prima cominciano già a cadere in modo eloquente. Comunque io non mi do per vinto. Fin qui ci sono arrivato e ci rimango.

Provo a spingere e a "scendere" qualche pignone tanto per vedere cosa succede. La bici reagisce e il telaio mi asseconda volenteroso ma non fa ancora quello che voglio io:
- Ci sono un paio di rapporti che entrano a fatica e ogni volta che mi aspetto di poter spingere e invece il deragliatore non fa il suo lavoro io preso alla sprovvista giro il piede destro in qualche modo e mi si sgancia la scarpa dal pedale.
- I freni hanno ancora la corsa troppo lunga. Io non uso l'anteriore quindi quando accarezzo la leva la ruota posteriore deve inchiodare ed iniziare a farmi sentire il rumore del teflon e della gomma sull'asfalto. Subito.

Non so usare i rapporti. O metto giù la moltiplica sbagliata dietro o non uso abbastanza l'anteriore non lo so. Sta di fatto che a 36 mi rendo conto di stare facendo una fatica bestiale ma che non é un problema di gambe; e comunque ora sta piovendo seriamente tant'é che ho gli occhiali completamente bagnati e appannati e non ci vedo più una mazza.

Intanto il computer mi informa che il traguardo "psicologico" dei 40 all'ora é ancora lontano e che in compenso il mio ritmo cardiaco si avvicina ad un numero a quattro cifre... meglio rientrare.

Quando torno al cancello incontro il Dinamico Duo che ha appena lasciato il bar. Colgo nel duplice sguardo ironia e sollievo che hanno il sapore del "menomalecheseitornatotuttointero(pirla)". Decido che sono contento e asciugo velocemente il "mostro" che per questa settimana viene appesa al chiodo.

Recupero la fissa, saluto e torno a casa. Sono le undici del mattino e mi sento come un muratore della Val Trompia ed é passata solo poco più di un ora da quando sono uscito....

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