domenica 11 aprile 2010

Diario di viaggio di un ciclista urbano in Terra d'Albione



Sono appena tornato da Londra. Mi ci sono recato durante il periodo di Pasqua perché era veramente tanto che volevo rimetterci i piedi e non trovavo mai né il tempo né l'occasione.

Finalmente il 2 Aprile scorso ho preso l'aeroplanino e sono partito.

Tralascio tutta una serie di discorsi che mi verrebbe da fare su cultura, intelligenza, civiltà ma che in questo blog non trovano posto per ovvii motivi.

Intendo però soffermarmi su un punto che in questo blog d'ispirazione ciclistica ha un suo senso ma che al tempo stesso si ricollega con i discorsi di cui sopra:

Quante biciclette ci sono a Londra...

Eppure Londra é una città caotica come e forse più di altre grandi capitali europee.
Eppure Londra é molto più grande di Milano.
Eppure Londra ha un centro nevralgico di uffici che Milano non ha.
Eppure Londra non ha l'ecopass e nemmeno il centro storico non percorribile in macchina.

Quanti ciclisti ci sono a Londra....

Grandi e piccoli. Uomini d'affari e operai. Studenti e insegnanti. Donne e uomini. Giovani e vecchi. Tutti sulle loro biciclette più o meno veloci, belle, brutte, accattivanti, aggressive, patinate, eleganti, femminili, nuove o vecchie.
Tutti in giro a pedalare ma mica sui marciapiedi per paura delle macchine come a Milano... No!
A Londra le bici sui marciapiedi non le vedi. Sono in mezzo al traffico, tra i camion, i taxi e le auto o sulle corsie a loro dedicate (perché a Londra ci sono... non come a Milano dove la troMoratti continua a dire che faranno "trecentomila" chilometri "in più" di piste ciclabili come se le ciclabili ci fossero già...).

Quanti "bike messengers" ci sono a Londra...

A Londra le bici sono parte attiva del tessuto urbano che lavora.
A Londra le bici vanno dappertutto e il traffico si adegua ad esse; macchine e moto e biciclette convivono insieme e tutti motociclisti, automobilisti e ciclisti sono consci dei loro diritti-doveri e fanno attenzione gli uni agli altri evitando di intralciarsi o danneggiarsi.

Già ma a Londra convivono anche maree di razze, culture, etnie, lingue, religioni diverse senza intralciarsi, infastidirsi, danneggiarsi. Tutti consci gli uni della presenza degli altri e tutti attenti a non intralciarsi o danneggiarsi.
Tutto questo avviene a un ora e mezza di volo da Milano ma in quest'ora e mezza c'é la stessa differenza che si percepisce tra un paese del terzo mondo e un paese civilizzato.

Il mio viaggio a Londra é stato bellissimo ma mi é davvero mancata tanto una cosa: Avrei tanto desiderato avere il privilegio di pedalare su quelle strade e in mezzo a quel traffico, provare che cosa significa andare in giro senza sentirsi un bersaglio, un ostacolo, una seccatura o più semplicemente un povero sfigato che se va in bicicletta é perché non si può permettere un motore sotto il culo...

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